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Ciao , io sono  Numa  e questa è la storia della  grande e profonda amicizia tra  me e il mio padroncino Tommaso. Un giorno i miei  vecchi padroni hanno deciso che non potevano più tenermi in casa con loro e allora hanno pensato di abbandonarmi. Ricordo ancora quel triste giorno quando mi fecero salire in macchina e mi portarono lontano in un bosco e mi lasciarono sul ciglio della strada. Mi sentivo triste, solo, abbandonato, i miei occhi  incominciarono a lacrimare ma lentamente facendomi forza mi sono   adagiato sotto un cespuglio. Venne la sera e poi la notte ma io non riuscì a  chiudere occhio nemmeno un istante.  Piano piano passò anche la notte e si fece giorno. Improvvisamente  vidi da lontano avvicinarsi un bambino insieme ai suoi genitori che andavano nel bosco a raccogliere le castagne.  Feci un sospiro di sollievo e   mi lasciai  andare a un lieve  gemito per richiamare la sua attenzione. Tommaso, questo era il nome di quel bambino, sentì il mio gemito ,si avvicinò e con la sua  tenera mano mi accarezzò sulla testa. Chiamò i suoi genitori:” Mamma, papà venite a vedere, c’è un gattino abbandonato”. Non fecero in tempo ad avvicinarsi che io ero già in braccio a Tommaso. “ Mamma , papà possiamo tenerlo? Mi prenderò cura di lui. Il papà e la mamma si guardarono negli occhi poi  la mamma  gli disse:” Certo Tommaso, se nessuno lo cerca , lo adottiamo noi. Adottare!!  Non sapevo cosa volesse dire ma la cosa  non mi dispiaceva.Tommaso non poteva sapere quale fosse il mio nome e mi diede un nome  nuovo … Numa.
Nome nuovo, vita nuova, vita felice in compagnia  di un amico. Fini l’autunno, trascorse la primavera e arrivò l’estate, ma anziché  essere felice mi rattristai  , l’estate per me voleva dire essere portato  nel gattile tutto il tempo che i  padroni erano in vacanza. Ma questa estate tutto fu diverso, Tommaso mi portò con se e i suoi genitori  in vacanza: finalmente  ho visto il mare, la montagna…. mi sono divertito da gatti. Dopo pochi giorni dal rientro delle vacanze Tommaso  si ammalò gravemente, le gambe non si reggevano in piedi e fu costretto a stare a letto.
Era giunto il momento di ricambiare , Tommaso mi aveva salvato la vita, ora il mio posto era   sul letto accanto a lui, non lo lascerò mai solo. Avrei voluto dirglielo ma come sapete i gatti non parlano lo stesso linguaggio degli uomini. Ma ero sicuro che Tommaso  aveva capito con la mia presenza costante accanto a lui. Infondo certe cose non c’è bisogno di dirle con le parole ma  si  avvertono  col cuore. Per fortuna dopo  sei mesi Tommaso  riprese a camminare  e la gioia fu grande. Tommaso mi prese tra le sue mani, mi sollevò e mi sussurrò: “ti voglio bene, ti voglio bene” La mia più grande soddisfazione fu però  quando sentì il medico dire:” Sicuramente la medicina ha fatto la sua parte ma la presenza  costante del gatto ha molto aiutato Tommaso a trovare dentro di se la forza  per guarire!                 Questo fu solo l’inizio di una profonda  e grande amicizia, quelle amicizie con la  a maiuscola, quelle amicizie che hanno un inizio ma non hanno mai una fine.