Tanti anni fa in un paese di montagna viveva un bel cagnolone che tutti chiamavano Lucky.

Era un pastore tedesco dal pelo nero focato con occhi a mandorla leggermente obliqui.

Di carattere era dolce e affettuoso: quando lo incrociavi per strada o lungo i sentieri tortuosi del bosco si avvicinava lentamente, iniziando a muovere la coda qua e là. A volte lo si vedeva sbucare all’improvviso da dietro un albero o una casa, allora iniziava ad abbaiare, quasi volesse avvisarti, poi ti correva incontro con la lingua penzolante.

Sembrava che chiedesse di essere accarezzato: gli sguardi che ti lanciava e i movimenti del corpo parlavano per lui.

Era un cane randagio che non aveva mai fatto niente di speciale fino a quando in paese non accadde un fatto insolito: una valanga travolse un rifugio e fu così che iniziò la sua prima avventura.

Quell’inverno era stato particolarmente rigido con abbondanti nevicate che avevano avvolto tutto il paese di un manto bianco.

La vita comunque scorreva normalmente perché tutti si erano organizzati: c’era chi spalava la neve dai marciapiedi, chi puliva le strade con gli spazzaneve, chi distribuiva la legna per i camini e addirittura c’era chi aiutava le signore più anziane a portare la spesa. Anche Lucky si dava da fare: al parco-giochi controllava che i bambini non si facessero male e al tempo stesso giocava con loro.

Le mamme erano tranquille perché sapevano che Lucky era un cane protettivo e molto affidabile.

Tutto accadde all’improvviso: si udì un boato spaventoso seguito da uno schianto assordante, amplificato da un’ eco. Dalla cima di una montagna si era staccata una slavina, che scendendo lungo il versante aveva trascinato con sé piante e detriti.

In paese inizialmente fu il caos e la gente, colta dall’agitazione , iniziò a riversarsi sulle strade.

Ben presto però venne attivata la macchina dei soccorsi. I primi a giungere sul posto furono i vigili del fuoco subito seguiti da Lucky. Questi cominciarono a cercare sotto l’ammasso di neve che aveva travolto il rifugio, dove si sapeva stava soggiornando una famiglia composta da tre persone: un uomo di 30 anni, una donna di 28 anni e un bambino di 3 anni.

Lucky, fiutando un odore a lui familiare, si allontanò dal punto in cui stavano lavorando i pompieri e raggiunse il lato opposto. Visto poi uno stretto passaggio tra pietre, rami e travi di legno, si mise a scavare con le zampe. Ogni tanto gli cadeva della neve addosso, ma lui incurante si scuoteva e continuava a togliere i detriti che ostacolavano il passaggio. Questo lavoro durò fino a quando non riuscì a creare un varco abbastanza grande per infilarsi dentro. Si rannicchiò, piegando il busto e le zampe, poi protese il muso in avanti cominciando ad annusare lo spazio che lo circondava. Trovò una traccia e ricominciò a cercare. Ad un tratto la parete alla sua destra crollò e con un ultimo sforzo raggiunse un vano abbastanza ampio da potersi muovere agevolmente. Spintosi verso l’estremità opposta nel buio più oscuro vide una luce quasi accecante. Seguendo l’olfatto raggiunse la sorgente luminosa: era una bolla trasparente con riflessi brillanti e fasce di luce di diverse tonalità di blu e  oro. Al suo interno, delicatamente cullato, un cucciolo d’uomo dormiva di un sonno profondo. Lucky pian piano si avvicinò e con il muso spinse la bolla verso l’uscita mettendo in salvo il prezioso contenuto .

I vigili del fuoco accorsero verso la fonte di luce e fu grandiosa l’emozione che provarono nel vedere il bambino sano e salvo. Dopo che i genitori presero il figlioletto tra le proprie braccia, tutti i presenti fecero un fortissimo applauso a Lucky, che ricevette la medaglia al valore civile e diventò l’eroe del paese. E la bolla? Scoppiò e non se ne seppe più nulla.