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La nonna , Trilly e i bambini

C’era una volta una nonna di nome Matilde che aveva una nipotina di 18 anni di nome Giorgia. Un giorno Giorgia andò dalla nonna e vide che la nonna era molto triste e le chiese: – Nonna perché sei triste?

La nonna rispose:- Sono triste perché non ho nessuno con cui passare il tempo!

Allora Giorgia pensò che per il suo compleanno le poteva regalare una cucciola di cane per farle compagnia. Il giorno del compleanno di nonna Matilde, Giorgia si recò insieme ai suoi genitori al canile del loro paese, lì videro tanti cagnolini tristi, rinchiusi nelle gabbie. Rimasero meravigliati per tutti i cani che erano rinchiusi nel canile ,il responsabile, mentre faceva visitare loro il posto, raccontava le storie degli ospiti “pelosetti”. Di tutte le storie che ascoltarono, furono colpiti dalla storia della cagnolina Trilly.

Trilly sembrava una cucciola, ma in effetti era una cagnetta ormai adulta e che ne aveva passate tante. Era stata abbandonata dai suoi padroni come un vecchio calzino bucato e, invece di avere una casa stabile era diventata una nomade in cerca di cibo e soprattutto d’affetto. Purtroppo però non aveva ancora trovato né una cosa né l’altra…la sua casa era diventata il parco, gironzolava in lungo e in largo e appena vedeva qualcuno che si soffermava a guardarla, le batteva fortissimo il cuore pensando che l’avrebbe portata via con sé. Trilly era un cane dal carattere docile e faceva amicizia con tutti specie con i bambini. Un giorno però mentre trotterellava nel parco in cerca di qualche avanzo di cibo, si imbattè in un gruppo di ragazzacci che all’inizio la avvicinarono con un tozzo di pane che odorava di prosciutto….sapete per un cane affamato e che non mangiava da giorni quell’odorino era proprio una delizia!

Trilly si avvicinò fiduciosa attratta dal bocconcino, ma appena si avvicinò al braccio del bullo che la invitata ad afferrare il panino, anziché trovare il cibo, si ritrovò sul muso il tacco duro dello scarpone del ragazzaccio…povera Trilly! Che dolore, che sofferenza! Quanti calci e quanti pugni ricevette! Non contenti di vederla tramortita a terra, uno di loro, il più feroce, le si avvicinò dicendo: -Vediamo cara cagnetta dei miei stivali se hai ancora voglia di mangiare l’ultimo boccone del mio delizioso panino!

Così dicendo prese il mozzicone della sua sigaretta ancora accesa e con cattiveria cominciò a procurarle delle orrende bruciature , prima sul petto e poi sulle zampe. A nulla servirono i guaiti di Trilly: nessuno la sentiva e nessuno poteva soccorrerla…l’unica cosa che la poverina potè fare fu fingersi morta!

Fortunatamente i bulli credettero che fosse veramente morta e stanchi del loro “divertimento” decisero di lasciarla lì tra le foglie secche sotto la grande quercia.

Trilly soffrì tutta la notte, era proprio malconcia. Per fortuna il mattino seguente l’operatore ecologico che era solito spazzare il viale del parco, sentì i suoi lamenti , lasciò i suoi attrezzi da lavoro e cominciò a cercarla. Seguiva la voce del cane sofferente e, cercandolo tra le aiuole, finalmente arrivò sotto la grande quercia. Finalmente la trovò e subito constatò che Trilly aveva bisogno d’aiuto e di cure. Chiamò immediatamente i vigili urbani i quali arrivarono con il responsabile del canile e un veterinario. Trilly fu portata al canile dove ricevette le prime cure. Se ne parlò anche al telegiornale per giorni e giorni e Trilly diventò “famosa”. Dopo tante cure e tanto affetto che riceveva dagli operatori del canile, Trilly finalmente guarì , ma aveva perso la fiducia negli uomini. Era sempre triste e si isolava nella sua celletta; il veterinario disse che, a causa delle cattiverie subite, il cane si sentiva profondamente umiliato proprio come può accadere a qualsiasi essere umano quando viene “bullizzato”.

Giorgia aveva gli occhi pieni di lacrime e quasi singhiozzando disse: – Voglio lei! E’ dolcissima, la riempiremo di coccole e amore! Ancche nonna Matilde impazzirà per Trilly!

Finalmente Trilly avrebbe avuto una famiglia, una casa e tanto amore.

Giorgia aveva pensato a tutto, aveva portato con sé una pettorina , l’operatore gliela infilò e , stranamente Trilly si fece accarezzare senza problemi, sembrava che avesse capito che finalmente la sua vita stava per cambiare. Si misero in macchina e si avviarono verso casa della nonna.

Appena la nonna vide Trilly esclamò:- Come si chiama?- Giorgia rispose- Si chiama Trilly ed è una femmina!

Alla nonna Trilly piaceva molto e anche a Trilly piaceva la nonna. Fecero subito amicizia, la nonna le preparò un posticino speciale tutto per lei, una vecchia poltrona soffice che profumava di vaniglia. Trilly capì subito che quello era il suo posto.

Ogni mattina la nonna le preparava la ciotola con i croccantini e dopo aver fatto colazione la portava fuori per una passeggiata. Passavano sempre davanti a una scuola primaria e, i bambini che erano sul piazzale, correvano ad accarezzarla. Trilly pian piano riacquistava la sua fiducia: i bambini le erano sempre piaciuti e continuavano a piacerle.

La domenica la scuola era chiusa e i bambini non potevano giocare con Trilly, allora la nonna pensò di darsi appuntamento con i bambini a casa sua. Nonna Matilde preparava biscotti e cioccolata calda per i i piccoli amici e dei profumatissimi croccantini per Trilly. I bambini continuarono ad andare a trovare nonna Matilde e Trilly anche nel pomeriggio .

Così nonna Matilde non fu più sola e Trilly riconquistò fiducia in se stessa e negli uomini.

Questa storia l’abbiamo scritta per comunicare un messaggio importante: “ NON SI FERISCONO IN ALCUN MODO I SENTIMENTI DEGLI ALTRI, ANIMALI E PERSONE. RICORDIAMO CHE ANCHE GLI ANIMALI SONO ESSERI INDIFESI E IL RISPETTO NON E’ UNA PAROLA CHE DEVE RIMANERE SCRITTA SOLO SUL QUADERNO!”

Tutti i bambini delle classi 3^A e 3^B della Scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Madonna della Camera” di Monteparano (Ta)