L’amore che lega un animale al suo padrone è sempre straordinario e la storia che stiamo per raccontare ne è la testimonianza. Briciola era una deliziosa barboncina e viveva felice con Alice, la sua padroncina. I due erano legatissimi. La mattina Alice si alzava e il suo primo pensiero era per Briciola, la salutava, la coccolava e poi andava a scuola. Al suo rientro la cagnolina era lì, dietro la porta ad aspettarla, le correva incontro e scodinzolando la copriva di baci. Poi, correndo da un punto all’altro della casa, annunciava ai genitori il rientro di Alice. La domenica, la bambina con la mamma, preparava i biscotti e Briciola, in cucina, attirata dal profumo, si agitava intorno al forno chiedendo un piccolo assaggio. Alice sapeva che Briciola aveva una particolare simpatia per Niko, uno York-shire con due grandi occhi neri che si intravedevano dai lunghi ricci bianchi. Niko abitava proprio nella casa di fronte alla loro e, per questo, la nostra cagnetta era sempre fuori a farsi notare da lui. Anche Alice aveva un compagno di nome Renato che a Briciola non era molto simpatico. Tutte le volte che lui andava a trovarla a casa sua, Briciola si rendeva insopportabile: gli tirava i pantaloni, andava nella cesta a prendere indumenti sporchi per sciorinarli davanti al naso di Renato…Insomma al poveretto non dava pace! Per il suo primo compleanno a Briciola era stata preparata, in casa, una torta al burro di arachidi e banane con l’immancabile candelina sopra. Fu una festa memorabile! Erano intervenuti, oltre agli amici di Alice, quattro cagnolini del vicinato con cui Briciola andava più d’accordo. Tutto filò dritto fino a quel sabato pomeriggio quando Alice decise di portare Briciola a fare una lunga passeggiata. Quel giorno pioveva e la mamma, come da intuito, raccomandò alla figlia di stare molto attenta a Briciola, perché aveva preso l’abitudine di allontanarsi troppo da loro. Alice non prestò molta attenzione alle sue parole e andò via. Camminando , passò davanti ad un Pub ed ebbe voglia di patatine fritte imbevute in salsa rosa. Così entrò e ne ordinò un’abbondante porzione( le avrebbe fatte assaggiare anche Briciola anche se sapeva che la mamma glielo avrebbe proibito). Ma nel pagare le scivolò il guinzaglio che teneva la cagnolina legata a lei. Briciola riconoscendo Niko passare da lì, scivolò fuori imboccando l’uscita e, inseguendolo, cadde in una pozzanghera. Subito dopo fu sollevata da due grosse mani che la portarono via dalla sua padroncina. Quelle mani erano quelle di una vecchia signora che si trovava da quelle parti, la notò e la portò a casa sua per pulirla dal fango di cui si era coperta e darle da mangiare. Briciola si dimenava, non voleva seguirla ma non ci riuscì. Alice cercò Briciola dappertutto insieme alla mamma e al suo papà senza mai trovarla. Così man mano che passavano i giorni diventava sempre più triste e scontrosa. Cominciò a non voler più giocare, studiare e soprattutto mangiare .I suoi genitori erano seriamente preoccupati per lei e
non sapevano cosa fare. Così , via via che passavano i giorni, diventava sempre più magra e pallida. Trascorreva le sue giornate seduta davanti alla finestra, a piangere pensando a Briciola. Anche Briciola stava male con l’anziana signora e, anche lei, non aveva voglia di mangiare. Così un giorno la vecchina, per farla distrarre, la condusse al parco , lo stesso parco dove Briciola era solita andare con Alice. Così, riconosciuto il posto, la cagnetta riuscì a scappare e corse là dove il suo fiuto la portava. Man mano che si allontanava dal parco , riconosceva la strada della sua vecchia casa. Quasi non ci credeva ma aveva avvistato la casa di Alice in lontananza. Quando fu vicina, abbaiò con tutte le sue forze per farsi aprire la porta. Alice piangeva seduta nella sua sedia e, quando sentì Briciola abbaiare, le corse incontro. Non credeva ai suoi occhi, le sue preghiere avevano permesso a Briciola di tornare da lei. Così l’abbracciò forte, forte giurando che non se la sarebbe mai più fatta scappare.
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