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Il suono della campanella arrivava ogni giorno nella cucina della casa dove viveva la famiglia di Sara, una bella bambina dai capelli rossi, che aveva ricevuto in regalo in occasione del suo terzo compleanno, un bell’esemplare di barboncino di colore bianco come la neve. Il nome che Sara aveva dato al suo cagnolino era infatti Fiocco di Neve. Fiocco di Neve, ogni giorno, al suono della campanella che segnava l’uscita dei bambini dalla scuola, correva verso la finestra della cucina ed attendeva l’arrivo della sua padroncina, correndole incontro verso la porta d’ingresso e sedendosi appoggiandosi sulle sue zampe posteriori, in attesa delle infinite carezze. Tutti i bambini che uscivano dal cancello della scuola, ammiravano stupiti il cagnolino alla finestra e lo salutavano con gioia e lui in segno di risposta annaspava le zampe sui vetri e usciva la sua lunga lingua rosa. Era proprio una festa quando Sara arrivava, le accarezzava il bianco pelo e lui la ringraziava leccandole le sue piccole manine e seguendola per la casa, finchè calava la sera e Sara andava a dormire. Una mattina di Gennaio, Sara venne accompagnata dai suoi genitori in ospedale per un controllo; era da giorni che lei diceva di sentirsi troppo stanca, e il termometro le indicava un inarrestabile stato febbrile. Quella mattina Fiocco di Neve aveva intuito qualcosa e seguì la padroncina fino all’uscio di casa, tirandole i pantaloni che lei indossava. Nonna Lia, riuscì a riportarla in cucina e così Sara, con mamma e papà riuscirono ad uscire di casa e raggiungere il medico che l’aspettava per la visita. Il suono della campanella, all’una in punto, arrivò in cucina , ma Fiocco di Neve non si affacciò; rimase con lo sguardo sospeso verso la porta d’ingresso in attesa dell’arrivo della sua padroncina. Quel giorno fu un lungo giorno di attesa e solo una telefonata, verso le cinque di pomeriggio, informava la nonna che Sara con la sua mamma, sarebbero rimasti in ospedale per ulteriori controlli. Fiocco di neve aveva capito tutto, Sara non sarebbe rientrata quel giorno e forse, neanche gli altri giorni. Sara infatti, trascorse alcuni giorni in ospedale e intanto il suo fedele cagnolino se ne stava accucciato a tener compagnia alla sua nonnina; non ascoltò più la campanella della scuola e i bambini non lo videro più dietro i vetri della finestra. Dopo tre lunghe settimane, i medici dissero ai genitori di Sara che la bimba poteva ritornare a casa e comunque la cura che le avevano prescritto poteva essere seguita a casa, ma che non sarebbe potuta ritornare a scuola per un altro lungo periodo. Un sabato mattina Sara, con i suoi genitori rientrò a casa dall’ospedale, e quando la piccola entrò venne rincorsa da Fiocco di Neve, che saltellando era arrivato con le sue zampette al collo, e tutti, mamma, papà la nonna e Sara piansero di gioia. Il lunedì successivo, Fiocco di neve, al suono della campanella era già lì alla finestra con la sua amica Sara. I bambini uscendo dal cancello della scuola, notarono Sara in compagnia del suo cagnolino alla finestra e tutti con lo sguardo verso i due cominciarono a salutare festosamente. Sara aveva preparato un grande foglio, dove aveva scritto: ” Ci rivedremo presto” appeso alla ringhiera del suo balcone. i bambini, felici del ritorno di Sara e di Fiocco di Neve, fecero un grande applauso e gridarono ad alta voce: ” Bentornati Sara e Fiocco di Neve”.

Questa storia ci insegna come la mancanza delle persone a noi più care, così come gli animali, non ci fa fare le cose che amiamo di più.