• rifatta ultima cuccioli
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Ciao amici,

mi chiamo Akiko e sono un barboncino un po’ paffutello con il mantello  color albicocca. La mia storia inizia otto anni fa quando, mentre giocavo allegramente con due amici in un canile, sentii addosso lo sguardo di una signora che cercava di attirare la mia attenzione. Le andai incontro cercando di aggrapparmi alla rete di recinzione, la guardai e vi assicuro che fu amore a prima vista. La signora cominciò a farmi le coccole accarezzandomi la testa ed io la ricambiai con una leccata. Dopo un po’ la signora mi toccò amorevolmente il musetto e andò via. Nel canile i giorni trascorrevano serenamente, io ormai avevo tanti amici ma il mio pensiero andava spesso alla signora che avevo incontrato qualche giorno prima.

Un giorno, appena sveglio, mi ritrovai su un grande tavolo dove una ragazzina mi spazzolava per bene e mi legava qualcosa al collo; non capivo cosa stesse succedendo, quando il mio fiuto sentì qualcosa di familiare. Ad un tratto vidi la signora che avevo conosciuto qualche giorno prima che delicatamente mi mise in una cesta e mi caricò su un’auto. Con mia grande sorpresa mi ritrovai in un grande ambiente senza recinzioni dove potevo correre dove mi pareva. Non trovavo più i miei amici ma ricevevo tante coccole ed avevo una cuccia stupenda dove si dormiva da gran pascià. Il tempo passava ed io ero proprio un cagnolino felice e giocherellone: non mi stancavo mai di rincorrere una pallina rossa e di riportarla alla mia padroncina per farmela lanciare lontano. Devo dirvi però che ero anche golosissimo e a volte mi capitava di essere rimproverato aspramente per aver rubacchiato una polpettina o un tozzo di pane. Per farmi perdonare riempivo la mia padroncina, anzi la mia nuova mamma, di bacini e di leccatine e, appena vedevo il suo sorriso, il cuore mi si riempiva di gioia: ero stato perdonato! La mia mammina era una persona davvero speciale ed io provavo per lei un grande amore e capitava spessissimo di scambiarci effusioni.

Un giorno, passeggiando in giardino, vidi una bella cagnetta e subito mi innamorai. Appena qualcuno lasciava aperta la porta, ero subito pronto a scappare per cercarla, anche lei ricambiava il mio amore ed un bel giorno mi regalò sei cuccioli bellissimi. Un brutto giorno però sentii in casa un gran trambusto, tanta gente che entrava e nessuno che mi dava retta. Poi ad un tratto, silenzio! Mi rifugiai nella mia cuccia molto preoccupato e mi addormentai. Passarono tante ore e nessuno si faceva vedere, non avevo nulla da mangiare nella ciotola e la poca acqua che c’era decisi di centellinarla. – Mi hanno abbandonato? Ma come è possibile? – pensai. Era ormai sera, cominciavo a preoccuparmi, la mia non era paura ma temevo che la mia padroncina non mi volesse più con sé. Ma come poteva succedere una cosa simile! Mentre ero assorto nei miei pensieri sentii aprire la porta e vidi entrare la mia mammina su una sedia, le corsi subito incontro, lei mi prese sulle ginocchia, mi abbracciò forte e mi regalò un sorriso che non dimenticherò più! Purtroppo la mia padroncina da quel giorno non si alzò più da quella sedia a causa di una brutta caduta e la mia vita cominciò a cambiare.

Diventai più triste perché non sapevo come aiutarla quando la vedevo dolorante, non scendevo più in giardino a correre ed ero sempre vicino a lei a farle compagnia e a farle sentire il mio grande affetto ma ero felice ugualmente, l’importante era stare con lei. Trascorse il tempo e una mattina fui portato da alcuni vicini di casa. Ci stavo volentieri perché li conoscevo bene e poi con me erano tanto affettuosi ma la mia mamma mi mancava tanto. – Ma quando ritornerò nella mia casa? – pensavo e questa volta ero davvero preoccupato, non potevo pensare ad un abbandono perché io e la mia mamma non avremmo mai più saputo fare a meno l’uno dell’altra. Finalmente dopo qualche giorno alcuni familiari vennero a prendermi e, arrivato a casa, feci le scale di corsa e mi precipitai nella stanza della mia padroncina ma lei non c’era. Girai senza sosta tutta la casa ma niente, della mia padroncina neppure l’ombra! Deluso e triste mi rifugiai nella mia cuccia aspettando che succedesse qualcosa.

La mia vita continuò tranquilla insieme agli altri componenti della famiglia che mi volevano tantissimo bene, ma la mia padroncina mi mancava tanto e solo a pensarla mi veniva voglia di piangere. Un giorno qualcuno mi sistemò il guinzaglio e, dopo una lunga passeggiata, arrivai in un posto alberato e ricco di fiori, c’era un grande silenzio e riconoscevo solo le voci dei miei amici uccellini. Ad un tratto vidi un volto familiare: era la mia padroncina! Non posso descrivervi la mia gioia, iniziai a saltare, a rotolarmi a terra ma non sentivo la voce della mia mammina, così mi avvicinai e solo allora mi resi conto che si trattava di una fotografia dove lei mi sorrideva. In quel momento capì che non avrei più rivisto la mia cara padroncina e che potevo solo vivere con il suo ricordo. Una grande tristezza si impadronì di me e, nonostante io viva molto bene nella nuova famiglia, non ho più tanta voglia di giocare e non passa giorno che io non pensi alla mia cara mammina. Vi devo confessare che ancora oggi, dopo quattro anni, spero sempre in un suo ritorno e non mi stanco di aspettare!

Il racconto è tratto da una storia vera.

Autori: Tutti gli alunni della Classe 3^ A – SCUOLA PRIMARIA di VERNOLE – VERNOLE (LE)